Ti è mai capitato di avere la sensazione che, in fondo in fondo, le diete sembrano andare tutte allo stesso modo?
Che all’inizio tutto sommato le cose vanno bene, ti senti più leggerə ed energicə. Poi piano piano diventa sempre più faticoso rispettare la dieta, le voglie aumentano e così anche quelli che vivi come sgarri. Fino a quando decidi di mettere in pausa tutto.
Questa sensazione di vivere sempre la stessa storia non dipende dalla forza di volontà o da quanto è rigida la dieta seguita, ma nasce da delle risposte naturali del tuo corpo in seguito ai piani dietetici stessi. Capiamo insieme perché questo accade e come poter ritrovare un equilibrio sereno e di benessere con il cibo uscendo da questo loop.
Iniziamo con una storia vera, ti va?
Questa storia ha inizio nel lontano 1945, quando 36 uomini furono scelti per sperimentare gli effetti di un digiuno controllato. O, in altre parole, di una dieta a calorie e porzioni regolate.
Il gruppo di uomini scelti si buttò in questa avventura in cambio della leva obbligatoria, avventura che durò circa un anno.
Durante i primi mesi dello studio, gli uomini furono osservati nel loro rapporto naturale e spontaneo con il cibo. Così da capire quali fossero le loro attuali abitudini, quanti pasti facessero, quante calorie introducessero. Ma anche quale fosse il loro rapporto psicologico ed emotivo con il cibo.
Tutti mostrarono un approccio sereno e spontaneo durante i pasti, con una buona capacità di ascoltare il senso di fame-sazietà, autoregolarsi pur godendo del piacere del cibo.
Superati i primi mesi, il gruppo iniziò una dieta ipocalorica controllata per le successive 24 settimane. E gli studiosi che seguivano lo studio osservarono ogni cambiamento, nella sfera fisica ma anche (e soprattutto come vedremo presto) in quella psicologica ed emotiva.
Parte della loro esperienza nel periodo della dieta risuona in te?
Mano a mano che le settimane passarono, gli uomini si accorsero di vivere con sempre più difficoltà il loro rapporto con il cibo e il corpo.
A livello fisico, il segnale di fame e sazietà iniziò ad alterarsi portando a continue perdite di controllo. In più il metabolismo iniziò a rallentare, entrando in una sorta di modalità di sicurezza. Iniziarono a sentirsi deboli, stanchi, alternando momenti in cui non si sentivano mai sazi a momenti in cui sembrava loro quasi di scoppiare.
Ma i cambiamenti che, almeno personalmente, più colpiscono nel profondo sono quelli legati alla mente e alle emozioni.
Più la restrizione calorica continuava, più il gruppo si trovava a pensare al cibo continuamente. Gli uomini iniziarono ad avere voglie intense, molti cominciarono a fumare, ad avere difficoltà a riposare e sbalzi d’umore continui. I livelli di stress aumentarono e la loro autostima diminuì sempre di più.
“Il cibo divenne l’argomento centrale della conversazione, costantemente intrusivo dello stato di essere consapevoli. Il pensiero coerente e creativo diventò alterato. Il tempo impegnato per la ricerca del cibo aumentò a spese dello svago” Ancel Keys, 1945
Alla fine delle 24 settimane, il gruppo tornò ad un’alimentazione libera.
Ci vollero però mesi perché gli uomini ritrovassero serenità ed equilibrio. Inizialmente le perdite di controllo aumentarono. Inoltre ripresero i chili persi, raggiungendo spesso un peso più alto rispetto a quello iniziale.
Come può aiutarti questa storia?
A questo studio, che prende il nome di Minnesota Starvation Experiment, ne sono seguiti molti altri che, un pezzetto alla volta, hanno permesso di capire i cambiamenti ormonali e psicologici che la dieta porta con sé.
È stato così costruito il cosiddetto circolo vizioso del dieting che segue questi passi:
- La persona, sentendosi insoddisfatta del proprio corpo, decide di iniziare una dieta da solə o con unə professionista
- Inizialmente segue la dieta scrupolosamente e perde peso
- Ad un certo punto però diventa sempre più difficile seguire le indicazioni e la persona interrompe la dieta
- Piano piano la persona recupera una parte o tutto il peso perso, e trova sempre più difficile tornare a vivere il cibo con leggerezza e libertà, senza pensieri e timori
La prima consapevolezza che vorrei quindi lasciarti oggi è che non è colpa tua se le diete non hanno funzionato.
Non dipende dalla tua forza di volontà o dalla costanza, ma da una risposta naturale del tuo corpo. Tanto che le diete nel lungo periodo hanno un’efficacia minore del 5%. Ossia meno di 5 persone su 100 mantengono nel tempo i risultati raggiunti.
Se la dieta non funziona, come ritrovare libertà e serenità nel rapporto con il cibo?
Se tanti studi hanno mostrato l’impatto profondo delle restrizioni, moltissimi studi hanno mostrato come sia possibile lavorare sul proprio rapporto con il cibo per tornare a viverlo con spontaneità, nel rispetto dei propri bisogni sia fisici che emotivi.
Insomma, come nutrimento per il corpo e il cuore.
Da qui sono nati approcci e strumenti con l’Intuitive Eating, la Mindful Eating, l’Educazione Alimentare positiva e molti altri, che uniscono il lavoro sull’ascolto dei segnali del corpo (ad esempio il senso di fame-sazietà), la decostruzione delle proprie convinzioni su cibo e corpo (ad esempio che il peso sia un buon indicatore di salute o gli zuccheri creino dipendenza) e la costruzione di conoscenze che siano davvero di benessere e d’aiuto.
Per ricostruire piano piano un rapporto sereno, leggero e libero con il cibo e il corpo.
Se vuoi approfondire questi temi, ti invito a iscriverti alla mia newsletter cliccando qui in cui ogni mese parliamo proprio di rapporto con il cibo e il corpo. Intanto ti lascio una delle mie citazioni preferite, che trovo racchiuda tantissimo in poche parole:
“Non dobbiamo completarci ma riscoprirci completi.” - F. Giannattasio
Per professionistə, puoi approfondire con: Keys, A., Brozek, J., Henschel, A., Mickelsen, O., & Taylor, H. L., The Biology of Human Starvation (2 volumes), University of Minnesota Press, 1950.