Per poter capire cosa cambiare, dobbiamo prima capire chi siamo, dove siamo oggi e di cosa abbiamo bisogno, ossia praticare il self-assessment.
Generalmente, si inizia un percorso di benessere quando non ci si sente bene con noi stesse. Arrivate al punto di rottura, decidiamo di chiedere aiuto ad un professionista con il desiderio che ci dica cosa fare per uscire da questa situazione. Cosa mangiare, quanto e quando. Che movimento fare ed in che momento della giornata.
Questo desiderio, del tutto naturale, nasce dalla percezione di non potersi basare su se stesse, che ascoltando i propri segnali sbaglieremo qualcosa. Ne è un esempio davvero frequente quello del senso di fame e sazietà: quante volte hai pensato che se solo lo ascoltassi finiresti per mangiare troppo, di continuo e in modo sbilanciato?
La narrativa del “Devi essere costante, forte, determinata e seguire le regole giuste” nasce dalla stessa cultura della dieta che fa leva sulle insicurezze, sul timore di non essere abbastanza.
Ma in realtà le risorse che abbiamo sono tutto quello che ci serve per riprenderci la libertà di costruire il nostro personale benessere, nel qui e ora, oltre la perfezione e gli standard.
Da dove iniziare per rimettere al centro i propri bisogni e ritrovare questo senso di libertà? Vediamolo insieme.
Perché è così importante
Potremmo tradurre il termine self-assessment come auto-valutazione, auto-ascolto. Sono tutte quelle abitudini, pratiche ed esercizi che ti permettono di ascoltarti e prendere consapevolezza di te stessa e dei tuoi bisogni.
La popolazione mondiale, infatti, è di circa 8 miliardi di persone, di cui almeno 4 miliardi di sesso femminile. Ora, considerando solo le donne di una stessa età, stesso rapporto peso-altezza, stesso stile di vita… beh, il numero è sempre molto alto.
Possibile che tutte queste persone abbiamo esattamente gli stessi bisogni ogni giorno dell’anno, ogni pasto della giornata?
Messo così è un po’ semplificato, ma serve per farti capire che la scienza ci fornisce delle indicazioni di base per persone con bisogni simili. Delle tracce.
Solo tu puoi però sapere quando hai fame, quanta fame hai, che effetto hanno su di te alcuni alimenti, cosa ti piace e cosa no, in che momento del mese sei, quanta attività hai fatto quel giorno e come hai dormito la notte.
Praticare il self-assessment tornando ad ascoltarti ti permette, quindi, di rendere il tuo percorso davvero perfetto per te, imparando a riscoprendo i tuoi ritmi e i tuoi bisogni unici.
Quando iniziare ad ascoltarsi
Prova ad immaginare una sfera del tuo benessere che al momento è più semplice, come quella della sete.
Come capisci quando e quanto bere? Come gestisci i momenti in cui, pur avendo sete, non hai dell'acqua a disposizione? E quelli in cui senti di aver bevuto troppo?
Probabilmente ti sembreranno domande un po' assurde, perché fai tutto questo spontaneamente, senza nemmeno pensarci. Semplicemente seguendo i segnali del tuo corpo e intrecciandoli con un po' di razionalità. Ad esempio, se sai che sarai fuori casa a lungo porterai con te qualcosa da bere (razionalità) anche se al momento non hai sete (auto-ascolto).
Ecco, allenare il self-assessment per riscoprire la capacità di ascoltare i propri bisogni nel rapporto con il cibo vuol dire proprio questo. Riuscire, un passo alla volta, ad alleggerire il peso delle tante regole ed insicurezze che la cultura della dieta porta con sé per ritrovare spontaneità, serenità e libertà.
Ma dopo molti anni vissuti seguendo (o cercando d seguire) regole esterne nel rapporto con il cibo, l'auto-ascolto può richiedere un po' di allenamento intenzionale. E alcuni momenti in cui praticarlo nel proprio percorso possono essere questi.
All’inizio del tuo percorso
Ascoltarti nel momento in cui stai per iniziare il tuo percorso legato al rapporto con il cibo ti aiuta a capire:
- Quali sono i tuoi bisogni più profondi, sia nutrizionali che non.
Spesso, ad esempio, scegliamo un aiuto dietetico quando quello psicologico sarebbe altrettanto prezioso, o viviamo il bisogno di cibo che nasce dalle tante privazioni di diete iper-restrittive per episodi di fame emotiva. Cerchiamo così nuove strade per controllare questo desiderio, quando il controllo ne è la radice stessa.
- Quale è il professionista più adatto a te in base ai tuoi bisogni, obiettivi e alla tua visione di benessere, invece di buttarti a capofitto sul metodo più promettente ma che è ben lontano dalla tua idea di benessere psico-fisico.
- Prendere consapevolezza di quanto possa essere prezioso per te lavorare sull'auto-ascolto in base alla situazione attuale, alle esperienze precedenti, ai timori e al supporto che hai ad oggi. Ad esempio, capire se riesci a riconoscere fame e sazietà, se hai qualche preoccupazione nel seguirle e perché.
- Definire le tue risorse, sia in termini di tempo che economici, e le priorità verso cui indirizzarle. Per rendere il percorso davvero sostenibile per te.
Ad ogni traguardo
Spesso si ha la percezione di essere sempre allo stesso punto semplicemente perché si fa fatica a cogliere i propri successi.
I motivi possono essere molti. L'abitudine negli anni passati a guardare solo al peso come unico metro di misura, la difficoltà a riconoscere quei cambiamenti che avvengono in modo lento e graduale, la sensazione che ogni momento di difficoltà sia una sconfitta e un tornare indietro...
Ecco perché è così importante considerare questo aspetto durante un percorso e imparare a fare self-assessment per riconoscere i propri traguardi. Darsene il merito, abbracciarsi forte e ricostruire passo dopo passo la fiducia in se stesse e nelle proprie risorse.
Come iniziare ad allenare il self-assessment
La risposta è dipende dalla tua situazione ma ancor più da ciò che fa stare bene te (come vedi anche qui al primo posto ci sei tu). Dipende da quanta consapevolezza hai di te stessa, dai percorsi che hai fatto in passato, da quali situazioni ti mettono più in difficoltà.
Ci sono, ad esempio, pratiche ed esercizi per imparare lavorare sul senso di fame e sazietà, altri per prendere consapevolezza dei tuoi ritmi quotidiani, altri ancora per imparare a cogliere i progressi meno visibili.
In generale, però ci sono alcune abitudini che aiutano ad allenare la capacità di auto-ascolto. Ossia, permettono di rallentare, prendere del tempo per se stesse e sentire di cosa si ha bisogno.
Due esempi di abitudini che puoi iniziare a sperimentare sono la meditazione e il journaling, cioè il tenere un diario personale.
Per aiutarti a fare i primi passi e approfondire ancor di più il tuo rapporto con il cibo e il corpo in un’ottica di consapevolezza e libertà, ti invito a sbirciare le risorse gratuite dedicate che ho raccolto qui.